Kitsch (Italiano)

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Kitsch in art theory and aestheticsEdit

Lo scrittore modernista Hermann Broch sostiene che l’essenza del kitsch è l’imitazione: il kitsch imita il suo immediato predecessore senza alcun riguardo all’etica—mira a copiare il bello, non il buono. Secondo Walter Benjamin, il kitsch è, a differenza dell’arte, un oggetto utilitaristico privo di ogni distanza critica tra oggetto e osservatore; “offre una gratificazione emotiva istantanea senza sforzo intellettuale, senza il requisito della distanza, senza sublimazione”.

Il kitsch riguarda meno la cosa osservata che l’osservatore., Secondo Roger Scruton, ” Il kitsch è un’arte falsa, che esprime emozioni false, il cui scopo è quello di ingannare il consumatore facendogli credere di provare qualcosa di profondo e serio.,”

Tomáš Kulka, nel Kitsch e l’Arte, inizia da due fatti fondamentali che il kitsch “ha un’innegabile massa-appello” e “considerato (da l’arte educato elite) cattivo”, e quindi propone tre condizioni essenziali:

  1. Kitsch, che raffigura una bella o molto emotivamente carica soggetti;
  2. Il soggetto raffigurato è immediatamente e senza sforzo identificabili;
  3. il Kitsch non è sostanzialmente arricchire le nostre associazioni legate al soggetto raffigurato.,

Kitsch a Milano L’insostenibile leggerezza dell’essereedit

Il concetto di kitsch è un motivo centrale nel romanzo di Milano Kundera del 1984 L’insostenibile leggerezza dell’essere. Verso la fine del romanzo, il narratore del libro postula che l’atto di defecazione (e in particolare, la vergogna che lo circonda) pone una sfida metafisica alla teoria della creazione divina:”O/o: o la merda è accettabile (nel qual caso non chiuderti in bagno!) o siamo creati in modo inaccettabile”., Così, per continuare a credere nella correttezza e nella correttezza essenziali dell’universo (ciò che il narratore chiama “l’accordo categorico con l’essere”), viviamo in un mondo “in cui la merda è negata e tutti agiscono come se non esistesse”. Per il narratore di Kundera, questa è la definizione di kitsch: un ” ideale estetico “che”esclude tutto dalla sua competenza che è essenzialmente inaccettabile nell’esistenza umana”.,

Il romanzo continua a relazionare questa definizione di kitsch alla politica, e in particolare — data l’ambientazione del romanzo a Praga intorno al tempo dell’invasione dell’Unione Sovietica del 1968 — al comunismo e al totalitarismo. Dà l’esempio della cerimonia del primo maggio comunista, e della vista dei bambini che corrono sull’erba e della sensazione che questo dovrebbe provocare. Questa enfasi sul sentimento è fondamentale per come funziona il kitsch:

Il kitsch fa scorrere due lacrime in rapida successione. La prima lacrima dice: Che bello vedere i bambini correre sull’erba!, La seconda lacrima dice: Che bello essere commossi, insieme a tutta l’umanità, dai bambini che corrono sull’erba! È la seconda lacrima che rende kitsch kitsch.,oliticians e tutti i partiti e movimenti politici”; tuttavia, quando una società è dominata da un singolo movimento politico, il risultato è “kitsch totalitario”:

Quando dico “totalitari,” quello che voglio dire è che tutto ciò che viola il kitsch deve essere bandita per la vita: ogni display di individualismo (a causa di una deviazione dal collettivo è uno sputo in un occhio, il sorridente fratellanza); ogni dubbio (perché chi inizia a dubitare dettagli dal dubitare che la vita stessa); tutti ironia (perché nel regno del kitsch, tutto deve essere preso molto sul serio).,

Il concetto di”kitsch totalitario “di Kundera è stato da allora invocato nello studio dell’arte e della cultura di regimi come l’Unione Sovietica di Stalin, la Germania nazista, l’Italia fascista e l’Iraq sotto Saddam Hussein. Il narratore di Kundera finisce per condannare il kitsch per la sua” vera funzione “come strumento ideologico sotto tali regimi, definendolo”uno schermo pieghevole creato per nascondere la morte”.

Malinconico kitsch vs., nostalgico kitschEdit

Un negozio di snow globe subacquea, con motivo

Nel suo trattato Artificiale Regno, storico culturale Celeste Olalquiaga sviluppa una teoria del kitsch che colloca la sua nascita come specificamente xix secolo fenomeno, in relazione ai sentimenti di perdita provocata da un mondo trasformato dalla scienza e dell’industria., Concentrandosi su esempi come fermacarte, acquari, sirene e il Palazzo di Cristallo, Olalquiaga utilizza il concetto di Benjamin di “immagine dialettica” per discutere il potenziale utopico del “malinconico kitsch”, che si differenzia dal più comunemente discusso “nostalgico kitsch”.

Questi due tipi di kitsch corrispondono a due diverse forme di memoria., Il kitsch nostalgico funziona attraverso la “reminiscenza”, che”sacrifica l’intensità dell’esperienza per un senso cosciente o fabbricato di continuità”:

Incapace di tollerare l’intensità del momento, la reminiscenza seleziona e consolida le parti accettabili di un evento in una memoria percepita come completa. Questa esperienza ricostruita è congelata come emblema di se stessa, diventando un fossile culturale.,

Al contrario, il kitsch malinconico funziona attraverso il “remembrance”, una forma di memoria che Olalquiaga collega al “souvenir”, che tenta “di riappropriarsi dell’esperienza di intensità e immediatezza attraverso un oggetto”. Mentre la reminiscenza traduce un evento ricordato nel regno del simbolico (“privato dell’immediatezza a favore del significato rappresentativo”), la memoria è” la memoria dell’inconscio”, che”sacrifica la continuità del tempo per l’intensità dell’esperienza”., Lungi dal negare la morte, il malinconico kitsch può funzionare solo attraverso il riconoscimento delle sue molteplici “morti” come un ricordo frammentario che viene successivamente mercificato e riprodotto. Essa “glorifica l’aspetto deperibile degli eventi, cercando nella loro memoria parziale e decadente la conferma della propria dislocazione temporale”.

Così, per Olalquiaga, il kitsch malinconico può funzionare come immagine dialettica benjaminiana: “un oggetto il cui stato decaduto espone e riflette le sue possibilità utopiche, un residuo che rivive costantemente la propria morte, una rovina”.


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